Riscatto della laurea: quando conviene davvero per aumentare l’assegno mensile

Riscatto della laurea: quando conviene davvero per aumentare l’assegno mensile

Il riscatto della laurea rappresenta una delle opportunità più discusse e valutate da chi si avvicina al mondo del lavoro o da chi desidera incrementare il proprio assegno mensile una volta raggiunta la pensione. In un contesto economico e lavorativo in continua evoluzione, comprendere quando e come conviene davvero riscattare gli anni universitari è fondamentale per prendere decisioni finanziarie consapevoli e ottimizzare il proprio futuro previdenziale. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio il funzionamento del riscatto della laurea, i casi in cui può risultare vantaggioso e le strategie per massimizzare il ritorno sull’investimento.

Cos’è il riscatto della laurea e come funziona

Il riscatto della laurea è una misura che consente di valorizzare, ai fini pensionistici, il periodo degli studi universitari. Questo strumento permette di convertire gli anni trascorsi all’università, che normalmente non sarebbero conteggiati ai fini della pensione, in contributi previdenziali effettivi. In pratica, il lavoratore può “comprare” gli anni di studio, pagando un importo calcolato secondo criteri precisi, per anticipare l’accesso alla pensione o aumentare l’importo dell’assegno mensile.

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Il riscatto può essere richiesto sia per corsi di laurea vecchio ordinamento che per lauree triennali, magistrali e a ciclo unico, purché il titolo sia stato effettivamente conseguito. L’operazione è aperta a lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti iscritti alle diverse gestioni previdenziali dell’INPS o alle casse professionali. Il costo del riscatto varia in base al sistema di calcolo della pensione (retributivo, misto o contributivo) e alla situazione contributiva del richiedente.

La domanda di riscatto può essere presentata in qualsiasi momento della carriera lavorativa, ma è importante valutare attentamente tempistiche e modalità di pagamento, poiché questi fattori influenzano sia il costo che i benefici futuri.

Quando conviene riscattare la laurea

La convenienza del riscatto della laurea dipende da molteplici fattori: l’età del richiedente, la posizione contributiva, la carriera lavorativa prevista, il sistema pensionistico di riferimento e, naturalmente, la capacità di sostenere il costo dell’operazione. In generale, il riscatto è particolarmente vantaggioso per chi:

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– Ha iniziato a lavorare tardi e rischia di non raggiungere i requisiti contributivi per la pensione di vecchiaia o anticipata.
– Vuole anticipare la data del pensionamento sfruttando gli anni di studio come anni di contribuzione effettiva.
– Si trova nel sistema contributivo puro, dove ogni contributo versato incide direttamente sull’importo dell’assegno mensile.
– Ha un reddito relativamente basso, poiché il riscatto agevolato (introdotto nel 2019) prevede un costo fisso per ogni anno riscattato, indipendentemente dal reddito.

È invece meno conveniente per chi ha già maturato abbondantemente i requisiti contributivi minimi o per chi, per motivi di carriera, non si aspetta un significativo aumento dell’assegno mensile grazie agli anni riscattati. Anche il costo dell’operazione, che può essere elevato soprattutto per chi opta per il riscatto ordinario, va ponderato rispetto ai benefici attesi.

Il riscatto agevolato: caratteristiche e vantaggi

Il riscatto agevolato della laurea, introdotto dalla legge di bilancio 2019, rappresenta una delle principali novità degli ultimi anni. Questa modalità è riservata a chi ha periodi da riscattare ricadenti interamente nel sistema contributivo (ossia dopo il 1996) e offre un costo notevolmente inferiore rispetto al riscatto ordinario.

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Il costo per ogni anno riscattato con la formula agevolata è pari al livello minimo imponibile annuo previsto per gli iscritti alla Gestione Separata INPS, moltiplicato per l’aliquota contributiva vigente. Nel 2024, ad esempio, il costo si aggira intorno ai 5.776 euro per ogni anno di laurea, indipendentemente dal reddito del richiedente. Questo rende il riscatto particolarmente appetibile per chi ha redditi medio-bassi o per chi ha appena iniziato la carriera lavorativa.

Oltre al vantaggio economico, il riscatto agevolato consente anche una maggiore flessibilità nei pagamenti, che possono essere rateizzati fino a 120 mesi senza interessi. Inoltre, l’importo versato è interamente deducibile dal reddito imponibile, generando un ulteriore risparmio fiscale che può arrivare anche al 43% della spesa sostenuta, a seconda dello scaglione IRPEF di appartenenza.

Strategie e considerazioni per massimizzare il beneficio

Per valutare la reale convenienza del riscatto della laurea, è fondamentale simulare l’impatto dell’operazione sull’assegno pensionistico e sui tempi di accesso alla pensione. Strumenti come il simulatore INPS e la consulenza di esperti previdenziali possono aiutare a comprendere se e quanto il riscatto aumenterà l’importo della pensione mensile e a valutare il rapporto tra costo e beneficio.

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Un aspetto cruciale riguarda la possibilità di dedurre fiscalmente l’importo versato. Se il riscatto viene pagato dal diretto interessato, la deduzione è totale; se invece viene sostenuto da un familiare (ad esempio, un genitore che riscatta la laurea del figlio), la detrazione è pari al 19% dell’importo. Questa differenza può incidere sensibilmente sulla convenienza complessiva.

Infine, è importante considerare che il riscatto della laurea può essere combinato con altre forme di riscatto o ricongiunzione contributiva, in modo da ottimizzare la posizione previdenziale complessiva. In ogni caso, la scelta va sempre calibrata sulla propria situazione personale e lavorativa, tenendo conto delle prospettive di carriera, delle aspettative di vita e delle possibili evoluzioni normative in ambito pensionistico.

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